Non è vero che “è così in tutti i paesi”

Nel corso di un recente dibattito televisivo sulla riforma costituzionale, in risposta al professor Zagrebelsky che criticava la composizione del nuovo senato costituito in massima parte da membri dei consigli regionali autoeletti e mantenuti nella carica amministrativa, il presidente del consiglio affermava perentoriamente che “è così in tutti i paesi” e indicava come esempi la Francia e la Germania.
Chiarita nella circostanza da Zagrebelsky la profonda differenza esistente fra i termini della partecipazione dei “lander” alla composizione del “bundesrat” tedesco e quanto previsto nel nostro progetto di riforma, per la Francia va rilevato che i senatori, pur non risultando eletti direttamente dal popolo, sono tuttavia votati da un vasto corpo elettorale composto da oltre 150.000 amministratori in rappresentanza delle comunità territoriali e non invece solo da qualche centinaio di consiglieri regionali. Va altresì rilevato che, con legge organica 28.3.2014 n.125, in Francia è stato sancito il divieto di cumulo del mandato parlamentare con ogni altra carica nel governo regionale e locale, essendosi ritenuto poco compatibile il mandato locale con i compiti parlamentari. Il richiamo al sistema francese si dimostra quindi errato e controproducente, per questo aspetto, in rapporto alla riforma costituzionale sottoposta a referendum.
Sarebbe utile sapere a quali altri paesi si riferisse Renzi nell’affermare che “è così in tutti” poiché, a parte l’Austria dove vige un sistema ispirato al modello federale tedesco, non risultano altri paesi in cui il senato sia espressione dei governi locali.
Merita invece di essere segnalato un lontano ma non irrilevante riferimento storico. La costituzione americana del 1787 stabiliva (Art.1, Sez.3) che il senato federale fosse composto di due senatori per ogni stato, eletti dal parlamento locale (“chosen by the Legislature thereof”). Ne risultò un tale scandaloso e così diffuso sistema di “legislative corruption” con un così indecente mercato di accordi sottobanco, scambi illeciti e irriferibili favori privati (“senatorial elections ‘bought and sold’, changing hands for favors and sums of money rather than because of the competence of the candidate”) per cui nel 1913 si dovette approvare una modifica costituzionale concretatasi nel 17° emendamento, in virtù del quale oggi il senato USA è composto di due senatori per ogni stato eletti dalla popolazione dello stato (“elected by the people thereof”). Giusto il contrario di quanto si vorrebbe fare da noi.

 

 

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Una risposta a “Non è vero che “è così in tutti i paesi”

  1. Caro Ugo Genesio grazie mille per questa interessantissima precisazione che ora divulgo ai quattro venti. Ci stanno raccontando montagne di frottole…